Nel decennio 2005-2015, oltre 10.000 medici italiani hanno deciso di emigrare.
Ma l’esodo sanitario non interessa solo la professione medica, bensì travolge anche tutti gli altri professionisti della salute.

Ad affermarlo chiaramente è anche Gianluca Giuliano, segretario della Unione Generale del Lavoro (UGL) Salute:
Il problema, e lo sottolineiamo con forza al nuovo Ministro, non è circoscrivibile ai soli medici.
È tutto il corpo degli operatori sanitari, che è stato formato e ha acquisto le proprie conoscenze nelle università italiane, che guarda con grande interesse alle offerte che arrivano da altre nazioni.
Sono evidentemente attratti da emolumenti molto più competitivi di quelli che oggi offre l’Italia, da garanzie giuridiche maggiori, dalla tranquillità di poter lavorare in ambienti dove svolgere la propria professione al servizio dei cittadini non mettendo a rischio l’incolumità personale.


E non è una novità, purtroppo.
La tentazione di compiere il grande passo che catapulta all’estero diviene più forte, quando si prospettano maggiori certezze, migliori condizioni e più garanzie.
Tutto ciò non può che decretare l’immiserimento del sistema sanitario nazionale, che a sua volta conduce al peggioramento della qualità assistenziale sia per i professionisti stessi che per i cittadini tutti.
Arrestare o, addirittura, invertire tale tendenza appare assai arduo.

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