Ci si indigna per i TikToker e gli OnlyFanser che fanno numeri vertiginosi non solo in visibilità, ma anche e soprattutto in termini di introiti.
La Rete pullula di commenti livorosi nei confronti di chi ha trovato il proprio Paradiso finanziario perseguendo vie non convenzionali e, soprattutto, rischiandosela tutta mettendoci la faccia (e non solo).
L’ostilità verso il guadagno smisurato di alcuni utenti su queste recenti piattaforme è la medesima che si sono visti cadere addosso i primi blogger ‘famosi’, poi gli YouTuber ed infine gli Instagrammer.
La storia è sempre la stessa: “Ai miei tempi si faticava nelle stalle!”, “Braccia rubate all’agricoltura!”, “Generazione fallita!”, “Va’ a lavorare!”, “Vergognati!”.
Ma l’esclamazione immancabile è “Studia!”, ed anche la più comica.

Adesso…
Il mondo è sempre stato ingiusto, e che vada al contrario è cosa nota ed assodata, da ben prima che si diffondesse l’Internet ed alcuni dei suoi peculiari mostri.
Vi sono numerosi personaggi pubblici (attori, calciatori, conduttori vari, giornalisti, opinionisti… e chi più ne ha, più ne metta) che incassano in un anno quello che una persona comune percepisce in una vita intera.
Buona parte di questi, purtroppo, è lì certamente non per intelligenza e/o per studio, men che meno per talento.
Eppure queste persone guadagnano cifre astronomiche, più di quanto si possa immaginare.

Scrivevo che quel “Studia!” è l’esclamazione più ricorrente e comica tra i commenti ai fenomeni ‘social’.
Premettendo che studiare non è per tutti, lo studio è abnegazione, è diligenza, è privazione, è rigore, è sacrificio.
Studiare significa questo e molto altro. Ma quanto è davvero conveniente?
Migliaia e migliaia di studenti investono parte della loro vita nello studio per, poi, ottenere delle rumorose porte in faccia.
Per i meno fortunati in assoluto c’è la disoccupazione.
Per molti altri vi sono lo sfruttamento, le condizioni lavorative a dir poco squallide e la precarietà economica e professionale ad oltranza, con contratti e stipendi irrisori (a voler esser gentili).
E per altrettanti le valigie, con le quali salutare i propri affetti e lasciare la propria famiglia, la propria casa e la propria città per sopravvivere (o quantomeno provarci) altrove.

Se è vero che studiare è conveniente (soprattutto per sé stessi), è anche vero che non è altrettanto soddisfacente sotto altri fronti parimenti importanti.
Ecco perché non riesco a biasimare chi tenta altre strade, riuscendoci.
È il sistema ad essere marcio dalla radice.
E la cosa più curiosa è che lo abbiamo voluto noi.
Da sempre.

Share